Che cosa è la Mastite Bovina?

è un infezione della ghiandola mammaria che può interessare uno o più quarti i della ghiandola mammaria

Come avviene la Mastite Bovina?

Tramite l’ingresso dei batteri, lieviti e alghe (Strep­to­coc­cus aga­lac­tiae, Strep­to­coc­cus di­sga­lac­tiae, Strep­to­coc­cus ube­ris, Sta­phy­lo­coc­cus au­reus, Sta­phy­lo­coc­cus epi­der­mi­dis ed Esche­ri­chia coli, ecc) all’interno del capezzolo della ghiandola mammaria in quanto il latte è un ottimo conduttore per la proliferazione e diffusione dei patogeni all’interno della ghiandola mammaria e del capezzolo provocando l’infezione detta MASTITE

Sintomatologia e Danni

Essa con­du­ce ad una ri­du­zio­ne della pro­du­zio­ne di latte e ad un’al­te­ra­zio­ne della sua com­po­si­zio­ne, che ne in­si­dia la qua­li­tà, sia come pro­dot­to di con­su­mo im­me­dia­to che come ma­te­ria prima per la pro­du­zio­ne di lat­ti­ci­ni.

Inol­tre, si evi­den­zia che il costo di pro­du­zio­ne del latte au­men­ta per il costo sup­ple­men­ta­re del trat­ta­men­to an­ti­bio­ti­co a cui gli ani­ma­li sono sot­to­mes­si ed in­cre­men­tan­do ul­te­rior­men­te il fe­no­me­no di re­si­sten­za agli an­ti­bio­ti­ci, della mancata produzione di latte e quindi la diminuzione della produzione e la possibile di non poter allattare il vitello, la possibilità di morte del vitello o della madre e il rischio di un potenziale pandemia aziendale.

La ma­sti­te la sud­di­vi­dia­mo in tre gran­di bloc­chi con re­la­ti­va sud­di­vi­sio­ne e spe­ci­fi­ci­tà in:

  1. cli­ni­che, viene di­stin­ta in base al de­cor­so e al­l’in­ten­si­tà dei sin­to­mi:

in ipe­ra­cu­te, con ri­sen­ti­men­to ge­ne­ra­le (tem­pe­ra­tu­ra, ato­nia ru­mi­na­le, col­las­so, ecc.), vi­sto­se al­te­ra­zio­ni del quar­to e del latte e tal­vol­ta morte del­l’a­ni­ma­le,

in acute ca­rat­te­riz­za­te da mam­mel­la con il quar­to o i quar­ti col­pi­ti in­gros­sa­ti, in­du­ri­ti, ede­ma­to­si, ar­ros­sa­ti, caldi, do­len­ti.

La se­cre­zio­ne lat­tea è al­te­ra­ta (coa­gu­li, fioc­chi di fi­bri­na, latte ac­quo­so con co­lo­ra­zio­ne ano­ma­la) anche con ri­fe­ri­men­to alla sua com­po­si­zio­ne. La pro­du­zio­ne di latte si ri­du­ce for­te­men­te fino alla aga­las­sia.

È pre­sen­te una sin­to­ma­to­lo­gia ge­ne­ra­le nelle bo­vi­ne. Con feb­bre e al­te­ra­zio­ni della fun­zio­na­li­tà ru­mi­na­le, su­ba­cu­te (leg­ge­re) ca­rat­te­riz­za­te da una ri­du­zio­ne del latte pro­dot­to, au­men­to delle cel­lu­le so­ma­ti­che, pre­sen­za di ma­te­ria­le coa­gu­la­to nei primi getti;

2.   sub-cli­ni­che: con­trad­di­stin­te da una di­mi­nu­zio­ne del latte pro­dot­to, ri­du­zio­ne (ma non ma­cro­sco­pi­ca) della per­cen­tua­le di gras­so, pro­tei­ne, cal­cio e fo­sfo­ro.

L’e­sa­me bat­te­rio­lo­gi­co è ge­ne­ral­men­te po­si­ti­vo con un au­men­to delle cel­lu­le so­ma­ti­che e in par­ti­co­la­re dei neu­tro­fi­li po­li­mor­fo­nu­clea­ti;

3. cro­ni­che: si trat­ta spes­so di un’e­vo­lu­zio­ne delle forme acuta o sub-acu­ta cu­ra­te male, cioè con an­ti­bio­ti­co ina­dat­to o, più spes­so, con una po­so­lo­gia in­suf­fi­cien­te.

I sud­det­ti mi­cror­ga­ni­smi li pos­sia­mo di norma clas­si­fi­ca­ti in:

Con­ta­gio­si

Come Strep­to­coc­cus aga­lac­tiae e Sta­phy­lo­coc­cus au­reus. Si trat­ta di mi­cror­ga­ni­smi in grado di mol­ti­pli­car­si a li­vel­lo della cute e al­l’in­ter­no della mam­mel­la che ne di­vie­ne il ser­ba­to­io, ma con scar­sa o nulla ca­pa­ci­tà di so­prav­vi­ve­re nel­l’am­bien­te.

La tra­smis­sio­ne del­l’in­fe­zio­ne av­vie­ne quasi esclu­si­va­men­te at­tra­ver­so la mun­gi­tu­ra che vei­co­la, at­tra­ver­so le mani del mun­gi­to­re, il grup­po di mun­gi­tu­ra, sal­viet­te o spu­gne non mo­nou­so, re­si­dui di latte in­fet­to da una bo­vi­na ma­la­ta a una sana.

Que­ste in­fe­zio­ni ten­do­no ad es­se­re sub­cli­ni­che o cro­ni­che per cui de­ter­mi­na­no im­por­tan­ti rial­zi nelle conte cel­lu­la­ri del latte di massa.

Il ri­sa­na­men­to, cioè l’e­li­mi­na­zio­ne del­l’a­gen­te in­fet­ti­vo dalla stal­la, è pos­si­bi­le me­dian­te l’ap­pli­ca­zio­ne scru­po­lo­sa di pro­gram­mi ap­po­si­ta­men­te stu­dia­ti a li­vel­lo di sin­go­la azien­da e im­per­nia­ti su un’at­ten­ta pro­fi­las­si in quan­to, per lo meno per S. au­reus, la te­ra­pia in lat­ta­zio­ne è poco ef­fi­ca­ce.

 Am­bien­ta­li

Come co­li­for­mi e strep­to­coc­chi che al­ber­ga­no nor­mal­men­te nelle let­tie­re e pos­so­no pe­ne­tra­re nella mam­mel­la in ogni mo­men­to del ciclo pro­dut­ti­vo della bo­vi­na, com­pre­so il pe­rio­do di asciut­ta du­ran­te il quale il ri­schio di in­fe­zio­ne è anzi molte volte più ele­va­to che in lat­ta­zio­ne.

Non è evi­den­te­men­te pos­si­bi­le eli­mi­na­re que­sti mi­cror­ga­ni­smi dalla stal­la per­tan­to vanno con­trol­la­ti ri­du­cen­do­ne il più pos­si­bi­le il nu­me­ro nel­l’am­bien­te me­dian­te. Una pu­li­zia ac­cu­ra­ta e man­te­nen­do ele­va­te le di­fe­se delle bo­vi­ne.

Con­te­stual­men­te va con­si­de­ra­to che la ma­sti­te, cli­ni­ca o sub­cli­ni­ca, non di­pen­de solo dalla pre­sen­za del mi­cro­bo. Ma è il ri­sul­ta­to della sua in­te­ra­zio­ne con l’o­spi­te e che que­sta in­te­ra­zio­ne può es­se­re me­dia­ta da molti fat­to­ri che gio­ca­no un ruolo im­por­tan­te nel de­ter­mi­ni­smo della ma­lat­tia stes­sa.

Articolo redatto in collaborazione con il sito web COMMERCIALISTA CONSULENTE

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