COME ALLEVARE LA CAPRA CASHMERE

LA CAPRA CASHMERE

COME ALLEVARE LA CAPRA CASHMERE

ORIGINI

La capra Cashmere è originaria dell’omonima regione che si trova trai i seguenti stati India, Pakistan e Cina. La disputa (conflitto del Kashmir) tra questi stati è sfociata più volte in confronti armati per i ottenere il controllo del mercato di questo splendido prodotto.

Oggi è allevata in numerosi stati, tra i quali Tibet, Cina, Mongolia, Pakistan, Iran, Afghanistan, Nord America, Australia e Italia.

È difficile quantificarne la presenza a livello mondiale, ma si stima una consistenza intorno ai 70 milioni di capi.

AMBIENTE

COME ALLEVARE LA CAPRA CASHMERE

Il suo naturale ambiente di allevamento è costituito da pascoli poveri situati ad altitudini spesso elevate; questo le ha permesso di sviluppare un sottovello particolarmente caldo.

Il terreno ‘ideale’ per le capre cashmere è quello che non può essere coltivato con i normali mezzi meccanici e che non viene sfruttato per l’allevamento di altre specie animali, perchè ripido, impenetrabile, o altro.

Generalmente questi animali prediligono gli arbusti, i rovi, le piante considerate “infestanti” e solo in ultima brucano l’erba.

Va da se che si possono far pascolare tranquillamente in terreni che presentano una vegetazione spontanea molto rigogliosa o a macchia.

IL TERRENO

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l calcolo del terreno necessario deve tenere conto della possibilità di pascolo invernale o della necessità di fornire il fieno.

Per una migliore gestione dei pascoli sarebbe opportuno poter dividere i terreni in più paddocks separati, in modo da far ruotare gli animali ogni 3-4 settimane.

Questo sistema  permetterebbe  il controllo della presenza o meno di parassiti intestinali, diminuendo l’uso degli antiparassitari.

ALIMENTAZIONE

COME ALLEVARE LA CAPRA CASHMERE

Si nutre di Rovi ed Piante spinose infestanti e preferiste pascoli poveri e stepposi. Quindi la capra sfrutta e preferisce quei terreni di alta montagna poveri e scoscesi dove non è praticabile l’agricoltura o allevamento d’altri animali da redito.

In quelle zone dove la vegetazione non basta per il bestiame o è assente deve essere somministrato del fieno.

Le capre non si nutrono solo di rovi, ma anche di altri arbusti e a volte anche delle cortecce verdi di alberi tipo faggi, ciliegi e noccioli. La corteccia legnosa di solito non viene attaccata.

COME ALLEVARE LA CAPRA CASHMERE

QUANTO FIENO DEVO DARE?

Si calcola una media di 2 kg a testa di fieno normale fieno polifita, con precentuale di proteine non molto elevato.

Quando non c’è niente altro da mangiare.  Va bene anche altri tipi di foraggio:  frasche da potature degli ulivi, arbusti, rose, piante da frutto non trattate, ecc.; la paglia di tutti i tipi, prodotti di sottolavorazione come le foglie di soya, pisello, fave, ecc.

Conoscendo la propria zona, ognuno può sfruttare la presenza di foraggi ‘alternativi’ che possano essere somministrati alle capre da fibra:  l’importante è di mantenere un alto livello di fibra e un basso livello proteico (<14%)

Il fabbisogno proteico della capra da fibra è molto basso:  intorno ai 12-14%.  Questo significa che le proteine in più (mangimi, erba medica, ecc) che si danno normalmente alle capre da latte sono superflue.

Anzi, sono controindicate, perchè provocano soltanto l’ispessimento della fibra.  La dieta ideale, dunque, deve mantenere gli animali in buone condizioni senza eccedere in proteine.

ALLEVAMENTO

Per un prodotto migliore e l’utilizzo razionale della capra cashmere, l’allevamento deve essere del tipo estensivo o semi-estensivo.

Più staranno fuori le capre meglio staranno e migliore sarà la qualità della loro fibra.

Sono animali che si arrangiano da soli, ma vanno considerati i controlli giornalieri delle recinzioni , assicurarsi che abbiano comunque un ricovero che consenta loro di ripararsi dalle intemperie, con spazio sufficiente per tutti gli animali, anche le più timide.

STALLA

In teoria si calcolano per ogni animale 2 metri quadrati di spazio.  In realtà per la capra è più importante avere una struttura aperta su più lati per proteggere gli animali dalla pioggia, ed eventualmente a più livelli, ma costruita in modo che possano entrare e uscire, e gli individui più timidi hanno sempre uno spazio dove ripararsi.

MORFOLOGIA

Taglia: variabile a seconda della zona di origine. Per la femmina si va dai 30 Kg ai 50 Kg, mentre per il maschio dai 40 agli 80 Kg.

Testa: profilo fronto-nasale rettilineo, orecchie da piccole a grandi, con portamento pendente o semipendente; le corna possono essere piccole, appuntite e rivolte all’indietro oppure larghe, piatte e latero-posteriori.

Mantello: costituito dal vello primario con peli lunghi, lucidi e robusti (giarra) e dal vello secondario più corto e molto fine (cashmere), che ha funzione termo-protettrice. Il colore del mantello varia dal bianco al nero con gradazioni intermedie, passando per il bruno e sue gradazioni.

Caratteri riproduttivi

fertilità = 70-80%

fecondità = 93%

prolificità = 120-130%

Tipo di allevamento

La capra Cashmere è una capra rustica che si adatta facilmente a diversi ambienti di allevamento. Viene allevata soprattutto in modo estensivo, in quanto è in grado di sfruttare anche pascoli poveri e ricchi di arbusti e piante infestanti. La sua capacità di resistere al freddo le consente di pascolare anche fino all’autunno inoltrato.

CARATTERI PRODUTTIVI

La capra Cashmere fornisce una buona produzione di latte, utilizzato come latte alimentare o trasformato in formaggio.

La principale attitudine rimane però quella della produzione di fibra pregiata, il CASHMERE. La produzione annuale di fibra va dai 20 g della Pashmina indiana ai 500 g delle capre cinesi, con punte di 1000 g delle capre russe.

Attualmente gli animali variano dai 25-50 kg le femmine adulti; e dai 50-100 kg i maschi adulti.

Anche se si cerca una leggera diminuzione della mole con ogni generazione, dato che la selezione genetica mira per la produzione della lana, e non di carne o latte.

NOTA BENE

La capra Cashmere è selezionata per produrre la FIBRA.  Si possano vendere anche i capretti da carne o il latte come in eccesso.

Ma la produzione del latte o carne (anche se è sufficiente per allevare i capretti) non è da considerare una fonte di reddito.

 Perché per avere un buon latte l’animale ha bisogno di pascoli o fieno ricco di sostanze nutritive. 

 In particolare di un fabbisogno proteico molto alto che porta al aumento della qualità del latte ma provoca l’ispessimento della fibra (lana) con diminuzione della qualità e la quantità.

In questo caso bisognerebbe indirizzarsi verso la capra da latte, che a sua volta è selezionata per questo tipo di produzione.

FIBRA TESSILE

COME ALLEVARE LA CAPRA CASHMERE

Il cachemire è una fibra molto sottile è per questo adattabile a numerose lavorazioni anche combinate con altre fibre tessili. Il range di spessore è variabile essendo generalmente compreso tra  11-18 micron  (secondo i più accreditati standard internazionali) a fronte di una media di 22 micron della lana più pregiata utilizzata dalle aziende tessili.

Il primo produttore mondiale di cashmere grezzo è la Cina (dal 60% fino anche al 90%).

La capra cashmere viene allevata anche in Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Regno Unito e Francia.

Tuttavia l’Italia resta leader per la trasformazione del prodotto grazie alle più antiche tecniche affiancate alle metodologie tecnologiche più recenti con produzioni che pongono i lavorati nel settore del lusso.

Una novità assoluta è il BaBy Cashmere che si ottiene dalla pettinatura dei piccoli nel primo hanno di vita. Questa è la qualità migliore e la più fine perché il pelo dei capretti è corto e fine (si va dagli 11,5 ai 12,5 micron).

LAVORAZIONE DELLA FIBRA TESSILE

La lavorazione è simile a quella della lana, con la differenza che il cashmere, spesso raccolto quando perso dalle capre cashmere o pettinato e non tosato deve essere “degiarrato” ossia separato dal vello superiore che in piccolissima percentuale viene perso dall’animale (giarra) con le temperature più calde, recuperato poi ed utilizzato per le imbottiture, per la procedure di infeltrimento o per produrre tappeti.

Il cashmere ovvero il duvet o sottovello della capra cashmere viene raccolto con la pettinatura in primavera. Una volta pulito lo stesso diviene prodotti di artigianato di lusso che ben si adattano alla lavorazione sui telai tessili in legno come le sciarpe in cashmere lavorate quale tela.

Rispetto alla lana di pecora il cashmere ha un vantaggio: non necessita di ammorbidente, ed anzi con i lavaggi diventa sempre più morbido.

Questo perché mentre la pecora produce lanolina, una sostanza grassa che impregna e protegge la lana impermeabilizzandola, e che viene in gran parte eliminata con il lavaggio effettuato dopo la tosatura e poi nei lavaggi in lavatrice, nel cashmere questo processo è ridotto.

Il colore del vello superiore degli animali è variabile nei diversi ceppi ma il cashmere raccolto verrà suddiviso in tonalità che vanno dal bianco-panna al grigio e dal marrone al nero. Sovente per la produzione industriale l’industria predilige i colori chiari per poterli tingere più facilmente.

SITUAZIONE IN ITALIA

In Italia la realtà degli allevamenti è difforme e non si ha un vero riconoscimento della capra cashmere, il che implica la registrazione nei registri quale capra hircus a cui tuttavia gli allevatori più attenti a migliorare ogni stagione la propria fibra hanno sopperito con l’ausilio di laboratori dell’analisi delle fibre certificati (quali lo stesso CNR) per avere fiber test con cui selezionare le migliori linee di sangue.

Ogni fiber test ha validità scientifica poiché associato ad un singolo animale e non all’intero gregge dalla relazione con il numero identificativo dell’animale stesso e solo se rilasciato da un laboratorio accreditato.

Con questi intenti è nata Unione Allevatori Capre Cashmere che riunisce gli allevatori che decidendo di operare per un miglioramento continuo della capra cashmere in Italia hanno ottenuto le prime registrazioni grazie al materiale scientifico sviluppato con il supporto di studiosi accreditati.

Selezionando i migliori ceppi, stagione dopo stagione ed importando dall’estero i migliori riproduttori dalle zone di allevamento, alcune realtà sono riuscite a migliorare sensibilmente la qualità della fibra prodotta in media in un gregge.

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO GREZZO

Il cashmere ovvero il duvet o sottovello della capra cashmere viene raccolto con la pettinatura in primavera. Una volta pulito lo stesso diviene prodotti di artigianato di lusso che ben si adattano alla lavorazione sui telai tessili in legno come le sciarpe in cashmere lavorate quale tela.
Rispetto alla lana di pecora il cashmere ha un vantaggio: non necessita di ammorbidente, ed anzi con i lavaggi diventa sempre più morbido.

Questo perché mentre la pecora produce lanolina, una sostanza grassa che impregna e protegge la lana impermeabilizzandola, e che viene in gran parte eliminata con il lavaggio effettuato dopo la tosatura e poi nei lavaggi in lavatrice, nel cashmere questo processo è ridotto.

La qualità della fibra è comunque molto diversa a seconda dell’animale selezionato e da una serie di fattori che sono tutt’ora in fase di studio da numerosi studiosi (alcuni dei quali proprio in collaborazione con Giasone Cashmere).

COLORE

Il colore del vello superiore degli animali è variabile nei diversi ceppi ma il cashmere raccolto viene suddiviso in tonalità che vanno dal bianco-panna al grigio e dal marrone al nero. Sovente per la produzione industriale l’industria predilige i colori chiari per poterli tingere più facilmente.

INFORMAZIONI PER PRINCIPIANTI

Per incominciare ad allevare come appassionato, l’ideale è iniziare con dei maschi castrati che sono più mansueti, gestibili e poco impegnativi.

Il numero di capi potrebbe variare da 2 a 5 per cominciare, a seconda dello spazio a disposizione.

L’investimento in questo caso è minimo, ma dà all’allevatore la possibilità di valutare se le capre sono di suo ‘gradimento’; si è sempre in tempo ad aumentare il numero degli animali, ampliare recinti e ricoveri.

Il costo di una capra cashmere varia a seconda dell’età dell’animale, del sesso, della qualità della sua fibra e se è o no un riproduttore.

La vita media di una capra cashmere è di almeno 10 anni, per cui un investimento iniziale si ammortizza nel tempo, e allo stesso tempo, è bene spendere bene all’inizio per non sprecare dei soldi per animali di scadente qualità.

ORE DI LAVORO PER CAPO

Essendo un animale di poche pretese e senza bisogno di cure giornaliere, si presuppone che la persona che li accudisce lo faccia soltanto a ‘tempo perso’.

Il totale delle ore di lavoro (il governo giornaliero con del foraggio quando richiesto, controllo dei recinti, acqua, stato generale degli animali, ecc.)  è di poche ore alla settimana:

La pettinatura, che avviene in primavera, richiede circa 20 minuti per animale, ripetuto 3-4 volte per raccogliere tutta la fibra.

RECUPERO DEL CAPITALE INVESTITO

Come tutti i prodotti agricoli, dipende esclusivamente dal prodotto finale:  la fibra grezza ha un ritorno  piuttosto basso e richiede un numero elevato di animali.

Più si va verso un prodotto finito semi-lavorato (fiocco, filato o articolo artigianale ), più alto è il valore aggiunto.

L’AREA PER L’ALLEVAMENTO

Recinzione sicura e compatibile con il tipo di terreno; ricoveri o tettoie sufficienti per il numero di capi nel periodo di stagione più inclemente.

Fonte sicura di acqua potabile; possibilità di portare o stoccare foraggio a bisogno; rotoli di sali minerali a disposizione a secondo del numero di capi; paddock sicuri per poter rinchiudere gli animali per prelievi/pettinatura/trattamenti/cure varie;

NEL CASO DI MASCHI INTERI

Strutture e recinti sufficientemente robusti ed alti da poter contenere gli animali soprattutto nel periodo dell’estro delle femmine.

Si possano usare benissimo sia la recinzione fissa con rete a maglia larga, e pali di sostegno, sia quella elettrica, con paletti piu leggeri e spostabili.

Ci sono i pro ed i contro con entrambi; in alcuni comuni è obbligatoria, per esempio, la concessione edilizia per quella fissa, in altre zone non necessariamente è così.  Il costo del impianto fisso è sicuramente più elevata ma in molti casi la soluzione migliore e più sicura.

LA RECINZIONE

La recinzione serve per tenere dentro i vostri animali e per tenere fuori gli eventualmente predatori, per questo bisogna valutato bene il tipo da utilizzare.

L’investimento iniziale per delle recinzioni sicure e fatte ad arte è una garanzia per il funzionamento dell’allevamento.

I MASCHI POSSANO VIVERE INSIEME ALLE FEMMINE?

I maschi da monta vanno allontanati dalle femmine quando nascono i piccoli. Mentre no quando vengono allevati allo stato brado dato che hanno a disposizione molte femmine e spazio vasti per stare tranquilli.

I maschi castrati possano stare insieme sia alle femmine sia ai maschi riproduttori, in quanto vanno d’accordo sia con gli uni che con gli altri.

Il maschio intero è un animale impegnativo, e va tenuto soltanto da persone seriamente interessate a fare l’allevatore, e in questo caso disposte a costruire e mantenere paddocks e recinti in grado di contenerli.

In molto casi si può effettuare la fecondazione artificiale.

QUALE COLORE VALE DI PIU?

I colori della fibra delle capre (che è diversa dalla giarra, o dal pelo), varia da crema a grigio scuro.

La grossa industria paga di più per i colori chiari perchè possano essere tinti nei colori pastello.

Nel caso nostro, utilizziamo tutte le gradazioni naturali, percuì per il nostro uso, il colore ha poca importanza

La capra produce già la sua prima primavera la propria fibra, per cui entro il primo anno l’allevatore ha già un prodotto da vendere

Regolare sverminazione per i parassiti intestinali; la cura del piede, e la pettinatura della fibra in primavera.  Sono obbligatori i prelievi annuali dall’Asl, e noi consigliamo la vaccinazione annuale contro la clostridiosi.

COME ALLEVARE LA CAPRA CASHMERE

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