Come combattere La Grafiosi dell’Olmo

La grafiosi dell’olmo è una malattia provocata da un fungo ascomicete che colpisce tale albero.

L’agente causale è il fungo Ophiostoma ulmi, la cui diffusione è facilitata da un coleottero del genere Scolytus o del genere Pteleobius che compie parte del proprio ciclo vitale nella corteccia degli olmi, oltre che da anastomosi radicale di piante vicine.

Il fungo blocca i vasi che conducono la linfa alle foglie, inibendo il trasporto dell’acqua e provocando l’ingiallimento delle foglie con successiva morte di parti di rami, branche o dell’intera pianta.

La Grafiosi dell’Olmo

La malattia, può avere decorso cronico o acuto, è originaria dell’Asia e colpisce tutte le specie di olmi, ma non tutte con la stessa gravità.

Le specie asiatiche di olmi, convivendo da sempre con questa malattia, hanno sviluppato un certo grado di resistenza. Intorno al 1967, l’Europa fu raggiunta da un ceppo molto più virulento della stessa malattia. Il cui agente casuale è il fungo Ophiostoma novo-ulmi, ed in una ventina d’anni morirono milioni di olmi – in particolare moltissimi tra gli esemplari di grande mole.

Comparsa dei sintomi

– defoliazione anticipata a tarda primavera
– disseccamento della chioma o di parte di essa
– ripiegamento a uncino dei rami giovani
– imbrunimento di un settore o di tutta la circonferenza dei rami o del tronco

La ricerca scientifica ha permesso di selezionare una nuova varietà del genere che mostra una spiccata resistenza all’infezione.

In Italia, i sintomi compaiono più frequentemente da fine maggio a tutto giugno e consistono in un improvviso avvizzimento di una branca, seguito da disseccamento e caduta delle foglie, fino alla morte dei rami la cui punta si ripiega ad uncino.

I sintomi si propagano rapidamente alle altre parti della chioma fino a che la pianta muore nello spazio di uno, due anni al massimo.

La presenza del fungo nella pianta può essere verificata macroscopicamente con un taglio trasversale-longitudinale del ramo sintomatico.

Nella sezione così ottenuta, si può osservare l’imbrunimento dei tessuti vascolari del rametto dovuto alla reazione della pianta che occlude i vasi apponendo gomme e composti fenolici e formando delle tille al loro interno.

I vettori coinvolti nella diffusione della malattia

La diffusione della malattia avviene ad opera degli scolitidi che nel loro ciclo biologico si spostano sistematicamente da piante deperite a piante sane.

Scolytus multistriatus e Scolytus scolytus, rispettivamente piccolo e grande scolitide dell’olmo, sono ritenuti i principali vettori della malattia in Italia.

Sono insetti xilofagi che colonizzano rapidamente i rami ed i tronchi degli olmi indeboliti o morti di recente. Qui essi si riproducono formando caratteristiche gallerie di ovodeposizione e larvali tra scorza e ultimo legno.

Parte 2

La giovane generazione che nasce si porta su olmi sani dove effettua covacci di maturazione all’ascella dei rametti di 1-2 anni (gallerie nutrizionali) nella fase che precede gli accoppiamenti.

Se il deperimento e la morte degli olmi invasi dagli scolitidi nella fase di riproduzione sono dovuti a grafiosi. Gli insetti della nuova generazione che escono da tali piante sono imbrattati di spore e micelio del fungo che possono trasmettere alle piante sane.

Questi scolitidi presentano normalmente due generazioni annuali delle quali la più pericolosa è quella che sfarfalla a primavera in concomitanza con la maggior suscettibilità dell’olmo al fungo.

L’altra possibilità di diffusione della malattia si ha quando le piante di olmo sono vicine tra loro come nei viali, siepi o gruppi. In tali casi, nel corso degli anni, gli apparati radicali si innestano naturalmente tra di loro e se una pianta viene attaccata dal Graphium questi procede dalla chioma verso il basso fino ad invadere l’apparato radicale da dove passa alle piante ad esso collegate.

In queste piante la velocità di invasione del fungo che procede questa volta dal basso verso l’alto, cioè dalle radici alla chioma, seguendo la direzione della linfa, è molto più alta e la morte è quasi fulminante.

Possibilità di controllo della malattia

Attualmente sono disponibili prodotti chimici ad effetto curativo o preventivo di sicura efficacia ed applicabilità. Che inibiscono la presenza del coleottero diffusore del fungo che genera la malattia LINK PRODOTTO.

Il controllo della malattia tende quindi a frenare la velocità di diffusione mediante la riduzione delle popolazioni dei vettori e con l’interruzione delle trasmissioni radicali (mettendo alla base la lana di roccia legata intorno al tronco LINK PRODOTTO.

La riduzione del numero degli scolitidi si ottiene tagliando ed eliminando subito tutte le piante di olmo morte o deperite per qualsiasi ragione.

I rami debbono essere bruciati mentre le grosse branche ed il tronco per poter essere utilizzati vanno scortecciati in modo da impedire la riproduzione degli scolitidi.

Parte 2

L’operazione va eseguita prontamente durante tutto l’arco dell’anno e su tutti gli olmi della zona interessata (gli scolitidi si spostano normalmente di 3 – 400 m ed occasionalmente superano distanze di 1 Km.). Bisogna porre attenzione a non lasciare a terra parti di olmo con corteccia.

Solo nel caso che la malattia interessi meno di 1/3 della chioma si può tentare di salvare la pianta asportando la parte malata qualche metro sotto la presenza dei sintomi.

Data la velocità di progressione della malattia è opportuno asportare completamente le piante con sintomi di malattia. Una asportazione tempestiva evita l’invasione dell’apparato radicale da parte del fungo e la successiva trasmissione radicale.

Parte 3

Quest’ultima deve essere evitata, nel caso di piante adiacenti, con una fossa che tagli le radici tra la pianta malata e le piante sane vicine. Si può intervenire anche per via chimica iniettando lungo la stessa linea di demarcazione un fumigante, ad es. un formulato di metham, che distrugga la vitalità delle radici.
LINK PRODOTTO , LINK PRODOTTO , LINK PRODOTTO   questa operazione va fatta con tempestività altrimenti l’intervento può essere inutile.

Inoltre bisogna sterilizzare anche gli attrezzi che utilizziamo durante le fasi di gestione per evitare che la malattia si diffonda su altre piante con prodotti specifici.

La Grafiosi dell’Olmo