come coltivare i Kaki ? quali sono i benefici?

Come coltivare i Kaki?

Quali sono i benefici?

In questo articolo vi parlo in maniera semplice della coltivazione del KAKI o CACHI O DIOSPIRO e delle sue proprietà e benefici. Come ulteriore approfondimento questo è il mio CANALE YOUTUBE 

Origine del Kaki

Il kaki, è originario dell’Asia orientale.

In italiano ha anche un altro nome, un po’ meno noto: diòspiro o diòspero. Forse non lo sapevate, ma il cachi è uno degli alberi da frutto coltivati più anticamente dall’uomo.

La sua terra d’origine è la Cina centro-meridionale. I cinesi hanno chiamato il cachi “L’Albero delle sette virtù”perché fa molta ombra, è una fonte di buona legna da ardere, il suo fogliame concima in abbondanza il terreno, non viene attaccato dai parassiti, le sue foglie hanno fantastici colori decorativi, è molto longevo e offre agli uccelli ampio spazio sui rami per nidificare.

Calorie dei cachi e Proprietà e benefici

I cachi sono frutti piuttosto calorici ed energetici: 100 grammi di cachi apportano circa 65 calorie. I cachi sono composti essenzialmente da acqua e zuccheri, a cui si aggiungono piccole quantità di proteine e di grassi. È il loro contenuto di zuccheri naturali a dare energia al nostro corpo quando ha bisogno di ricaricarsi.

I cachi sono una fonte di vitamine, vitamina Cproprietà lassative e diuretiche. I cachi sono frutti ricchi di fibre che contribuiscono a migliorare la regolarità intestinale. Le fibre sono utili anche per aiutare il nostro organismo a liberarsi dalle tossine.
La ricchezza d’acqua li rende un frutto utile a reidratare l’organismo e nello stesso tempo a stimolare la diuresi. Una caratteristica molto utile per chi desidera scegliere un’alimentazione ricca di cibi che lo aiutino a depurarsi.

prima di introdurvi le differenti tipologie e varietà è doveroso parlare della fioritura e dei fiori

Siamo davanti a una delle proprietà dei kaki più complesse in assoluto. La fioritura è tardiva. Avviene a maggio, quindi lontano delle classiche gelate di marzo-aprile che spesso rovinano molte colture arboree da frutto. I fiori dei cachi possono essere di tre tipi: femminili, maschili ed ermafroditi.

In generale sono poco visibili, essendo molto piccoli. Quelli femminili sono solitari, mentre quelli maschili si trovano riuniti in infiorescenze da tre.Ciò determina anche l’espressione sessuale della pianta, che è definita specie di tipo poligamo.

A seconda della cultivar troviamo varietà con fiori ermafroditi, sia femminili solitari che maschili in grappoli; altre varietà denominate “impollinatori”, che hanno solo fiori maschili; e le varietà più pregiate, dotate solo di fiori femminili.

Tipologie e varietà di kaki

Il kaki è un albero di medie dimensioni: da adulto raramente arriva ai 12 m di altezza.

Esistono tre gruppi di kaki:  Il primo è dato da cultivar che possiedono solo fiori femminili, i quali producono frutti commestibili alla raccolta attraverso l’impollinazione, per esempio Kaki Tipo (o Napoletano), Mercatelli (o Cioccolatino), Vainiglia.

Il secondo gruppo è dato da cultivar che hanno ugualmente solo fiori femminili, i quali però danno frutti eduli alla raccolta indipendentemente dall’esser stati o no impollinati, per esempio Kaki Costata, Farmacista Honorati e Fennio (varietà italiana del 1955).

Il terzo infine, che arriva dal Giappone, è formato da cultivar i cui fiori danno frutti eduli a maturità senza bisogno di impollinazione, per esempio il kaki-mela Fuyu. Se si ha a disposizione terreno sufficiente per due piante, sarebbe bene mettere un Mercatelli, come aiuto per l’impollinazione. Il Vainiglia e il Fuyu sono già commestibili alla raccolta.

Il kaki-mela

Produce dunque frutti che si possono mangiare anche quando la polpa è ancora dura. A differenza del kaki normale, infatti, il frutto non ha quella forte componente tannica e astringente, è dolce, sodo e senza semi, e non richiede la classica procedura di ammezzimento, ossia un periodo in cantina, sulla paglia. Il frutto mantiene la sua consistenza sia che venga o non venga impollinato.

Fra le nuove varietà, Rojo Brillante è tardivo (pronto a novembre), di origine spagnola. Ha portamento assurgente: bisogna allevarla a palmetta, il che comporta il fatto di richiedere spazi minori rispetto al kaki classico, che diventa un grande albero dalla chioma larga. Il suo frutto, di colore arancio vivo, è bellissimo, molto grosso e buono.

Meno conosciuto al Nord dove ha avuto diffusione negli ultimi anni, il kaki-vaniglia veniva coltivato nelle campagne napoletane. Il frutto è di forma leggermente appiattita, dalla buccia sottile di colore giallo-arancione alla maturazione di raccolta, che diventa rossastra alla maturazione fisiologica. La polpa è color bronzo scuro, talora rossastra, molto succosa e ricca di semi, dal sapore molto gustoso e zuccherino.

Un’altra varietà curiosa e antica è Lampadina, perché i frutti hanno una forma appuntita; la polpa scura è molto dolce e la varietà, che produce un bell’albero dalle larghe foglie ombreggianti, è utile anche per impollinare altre varietà di kaki.

Suruga è una varietà a polpa dura e consistente, che può essere consumata senza ammezzimento.

Il kaki è lento nel partire, ci vogliono 3-4 anni per avere la fruttificazione, ma da adulto è un albero generoso che arriva a produrre anche 2 o 3 q.li di frutti da un solo esemplare, se allevato in condizioni ottimali e ben concimato a fine inverno con prodotti organici (pellet di stallatico).

Il kaki è sensibile al clima e al meteo

  • Predilige i climi caldo-temperati, si avvantaggia delle estati calde per poter ottenere frutti saporiti, ma resiste anche agli inverni freddi, ed è solo nei primi anni dopo l’impianto che risulta poco resistente al freddo: conviene fasciare la base e il primo tratto del tronco con paglia.
  • Nelle aree settentrionali con inverni precoci e molto freddi meglio scegliere esemplari innestati su Diospyros lotus, molto resistente al gelo.
  • Teme le gelate primaverili e la siccità, perché le radici del kaki sono molto sensibili alla carenza idrica; occorre quindi che il suolo sia fertile, fresco e regolarmente inumidito, evitando il ristagno idrico.
  • È sensibile anche al vento, soprattutto nel periodo della raccolta, quando le folate possono spezzare i rami carichi di frutti e ancora fogliosi.
  • Anche la grandine può danneggiare irrimediabilmente i frutti che hanno un’epidermide molto delicata: sulle ferite si possono poi sviluppare marciumi.
  • Fenomeni meteorologici particolari o carenze d’acqua nel terreno possono inoltre determinare screpolature nei frutti, sulle quali si insediano successivamente funghi saprofiti.

I portainnesti del kaki

I portainnesti, che appartengono tutti allo stesso genere botanico della specie coltivata, sono tre: Diospyros lotus, Diospyros virginiana e Diospyros kaki (franco).

  • D. lotus è il portainnesto più diffuso; caratterizzato da una buona resistenza alle basse temperature e alla siccità, imprime alla pianta elevata vigoria oltre che un omogeneo sviluppo vegetativo.
  • D. virginiana si caratterizza per la buona adattabilità ai terreni pesanti e umidi, e alle basse temperature (ideale in Val Padana).
  • D. kaki risulta abbastanza suscettibile ai ristagni idrici e al freddo: se ne consiglia l’impiego nei frutteti del Meridione, dove sono minori i rischi legati agli abbassamenti termici invernali.

Malattie

Il kaki è una pianta da frutto che non risulta particolarmente oggetto di attacchi da parte di parassiti animali, anche se ci potrebbe essere la possibilità che avvengano degli attacchi da parte di cocciniglie, che spesso possono arrivare sulla pianta in elevate quantità e possono provocare un complessivo indebolimento della pianta.

Per quanto concerne le malattie che hanno natura fungina, è importante evidenziare come ci sia la possibilità che si diffonda la muffa grigia, che può apportare seri pericoli, in modo particolare, ai frutti di questa pianta.

Invece, l’oidio può provocare numerosi problemi ai rami ed alle foglie, in modo particolare nel caso in cui ci sia spesso un clima con un alto livello di umidità.

Ad ogni modo, sono pochi gli interventi che combattono le avversità, dal momento che i pericoli maggiori provengono dal tumore radicale e da quello batterico, mentre tra gli insetti, quelli maggiormente in grado di impensierire la pianta sono la Sesia e la mosca della frutta.