valutazione di stabilità degli alberi

Introduzione

Camminando per un viale, ho notato un grosso pioppo nero caduto su un vigneto. La pianta era circondata da curiosi che cercavano risposte, Il dilemma che affliggeva queste curiose persone non trovava risposta, dato che la pianta non mostrava alcun sintomo che giustificasse la caduta.

In questo articolo che nasce come approfondimento del articolo Come agire e prevenire la caduta degli alberi parlerò degli strumenti tecnici per effettuare la VTA (valutazione di stabilità degli alberi). Questo metodo a differenza dell’altro trattato nell’articolo Come agire e prevenire la caduta degli alberi, si applica quando la pianta non manifesta alcun tipo di patologia. Il seguente metodo serve per censire la salute delle piante e per monitorare le aree verdi.

La VTA serve ad esaminare le caratteristiche morfologiche e strutturali di un albero per individuare eventuali criticità della pianta e il pericolo di caduta.

Il metodo VTA è riconosciuto dalla giurisprudenza Italiana e viene eseguito mediante il Protocollo S.I.A. sulla valutazione della stabilità degli alberi.

Le 4 fasi del metodo VTA sono:

  1. Anamnesi: É lo studio accurato della pianta per conoscere eventuali problematiche;
  2. Diagnosi: È la constatazione delle criticità della pianta avvalendosi delle proprie conoscenze e con l’ausilio di attrezzature scientifiche (Martello ad impulsi, Resistografo, Tomografo sonico, Pulling Test, Dynaroot system);
  3. Prognosi: É la valutazione dei danni e dei difetti che sono presenti attualmente e della loro evoluzione;
  4. Prescrizione: Le cure da impiegare per arginare la problematica.

Come valutare la salute degli alberi

Strumenti di Diagnosi (Come valutare la salute degli alberi)

Martello ad Impulsi

È il primo strumento impiegato nella valutazione della pianta. Il martello invia un impulso che attraversa l’interno della pianta fino al sensore opposto. 

La velocità di propagazione del suono è diversa da pianta a pianta e dalle problematiche presenti. É proprio il tempo di trasmissione dell’impulso che ci consente di valutare lo stato di salute della pianta. Infatti esistono delle apposite tabelle per valutare i dati raccolti dallo strumento. Esso non misura né il danno e nemmeno lo spessore della parte sana del tronco. Per indagini più approfondite si impiega il resistografo.

Dendrodesimetro o Resistografo o Penetrometro

Lo strumento determina la gravità del danno e delle aree cariate della pianta. L’apparecchio è in grado di esaminare il tronco, le radici e i rami.

Lo strumento inserisce nel legno un ago molto sottile, per misurarne la resistenza. La velocità di penetrazione della sonda dipende dalla densità del legno. Infatti la velocità di perforazione per i legni teneri è di 700 mm/min mentre per i legni duri 50 mm/min. Analizzando i dati dello strumento si notano le variazioni di densità dei tessuti (aree cave o marcite) dovute alla riduzione di resistenza alla perforazione. 

Frattometro

L’apparecchio valuta la resistenza alla rottura delle fibre legnose in fase di degradazione. Il campione da esaminare viene prelevato dalla pianta tramite carotaggio da un’area soggetta ad ispezione. I risultati vengono poi valutati secondo delle apposite tabelle.

Tomografo sonico

Lo strumento preferito dai tecnici perché non richiede un’indagine invasiva. Si basa sulla velocità di propagazione delle onde sonore attraverso i tessuti legnosi. Attorno al tronco, sono inseriti dei sensori a contatto con il legno tramite dei chiodi. Il numero dei sensori disposti sulla circonferenza del tronco varia da 2 a 24. Il tecnico con un martello batte su un sensore, determinando cosi un’onda sonora che si trasmette agli altri sensori passando per la sezione della pianta da analizzare. La velocità di propagazione dipende dalla densità del legno.

Pulling test

Si tratta di una prova di trazione. Si applica un carico ad un albero con lo scopo di valutare la resistenza delle radici. La trazione avviene con dei tiraggi per simulare l’azione del vento. Il pilling test o prova di trazione controllata è un’analisi statica non invasiva.

Nel pulling test la trazione è conferita da un paranco manuale collegato ad una fune fissata sulla parte alta del tronco, sulla quale è posizionato un dinamometro che rileva i valori della trazione e li trasmette al computer. Un inclinometro fissato alla base dell’albero registra le variazioni d’inclinazione. Dalla valutazione dati raccolti si ottiene la probabilità di scalzamento della zolla radicale.

Durante queste operazioni si cerca di essere meno invasivi possibili e di salvaguardare la pianta. Infatti la tensione dei carichi applicati con il pulling test non supera la tensione di rottura della pianta. 

Esempio tirando un elastico ma non facendolo spezzare

Il Pullin test e il Dynaroot sono gli strumenti più precisi per la valutazione della stabilità e della salute delle radici.

Dynaroot 

Il sistema valuta la stabilità degli alberi, analizzando la tenuta dell’apparato radicale. Con il Pulling Test la pianta si sollecita meccanicamente (con delle carrucole), mentre Dynaroot è il vento che sollecita la chioma della pianta. Per svolgere questa prova è fondamentale avere un forte vento minimo di 25 km/h.

Il sistema prevede l’utilizzo di un anemometro (per misurare il vento) e un inclinometro (misurazione dell’inclinazione della pianta). Dall’elaborazione dei dati otteniamo lo stato di salute dell’albero.

Propensione al Cedimento Strutturale

Una volta accertato lo stato di salute e stabilità dell’albero il tecnico assegna una classe di rischio. L’assegnazione delle classi è soltanto una classificazione burocratica con lo scopo di standardizzare i protocolli di messa in sicurezza della pianta.

1.  Classe A: Propensione al Cedimento Strutturale Trascurabile

2.  Classe B: Basso Rischio di Cedimento

3.  Classe C: Rischio Cedimento Moderato

4.  Classe C/D: Rischio Cedimento Elevato

5.  Classe D: Rischio Estremo di Cedimento

Indagine strumentale

Esiste anche una formula matematica che determina se la pianta si trova in condizioni di sicurezza statica.

t/r > 0,3

t: è la porzione di legno sana del tronco e r: il raggio del tronco.

La formula stabilisce che l’albero è in buone condizioni di sicurezza se la parte di legno sano è superiore al 30% della sezione del tronco

Conclusioni

Se vedete piante d’alto fusto con rami secchi, radici che fuoriescono, tronchi storti, radici che alzano i marciapiedi vuol dire che è già tardi per agire. Vi consiglio di non guardare per terra… non fa niente se pestate una cacca, porta fortuna, invece guardate in alto che, forse, fate ancora in tempo a scansare l’albero che sta per cadervi in testa.

Come valutare la salute degli alberi

Articolo redatto in collaborazione con Studio Consulenze Aziendali